IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NAZIONALE AL 1° FORUM DEI DOTTORI COMMERCIALISTI
La politica fiscale degli ultimi anni è retta da un unico criterio: le esigenze di gettito. Si può anche spiegare ai parlamentari e al governo che lo spesometro non può portare i due miliardi previsti nella relazione tecnica, ma servirà a creare solo confusione. Infatti se questa informazione serve a mettere nero su bianco due miliardi nel bilancio di previsione dell’anno successivo, tutti i dubbi vengono accantonati. Lo stesso discorso vale per lo split payment e per numerosi altri provvedimenti fiscali che hanno creato solo problemi: questo quanto affermato dal presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti Massimo Miani.
In tema di specializzazione, il Presidente ricorda che essa non è un obbligo, ma un’opportunità aggiuntiva offerta al titolare dello studio.
Il 78% dei commercialisti lavora in uno studio con titolare unico e solo il 19,2% in uno studio associato.
Da qui la necessità di agire in un’ottica di unità e di condivisione di competenze per superare le difficoltà offrendo uno spettro più ampio di opportunità per il cliente grazie alla condivisione di competenze differenti.
In tema di introduzione della fattura elettronica, anche nelle operazioni tra privati, a seguito della sempre maggiore proliferazione dei modelli precompilati, l’Agenzia delle Entrate svuoterà gli studi professionali di una serie di operazioni che, nel tempo, hanno rappresentato il core business dell’attività di un commercialista: le dichiarazioni dei redditi, la tenuta della contabilità, la definizione degli adempimenti saranno, mano a mano, attività eseguite autonomamente dalle Entrate. In quest’ottica, emerge la necessità di ampliare il campo d’azione, proponendo attività aggiuntive rispetto a quelle offerte fino ad ora, rivalutando e rendendo più appetibili alle imprese servizi oggi sottostimati o poco valorizzati. Particolare attenzione è stata posta alla figura del commercialista come consulente aziendale; aiutare le aziende a intraprendere le scelte giuste per sviluppare il proprio business, permettergli l’accesso ai mercati internazionali, rendere più efficienti i processi aziendali: sono solo alcune delle attività che il commercialista, nelle vesti di consulente, può offrire alle aziende per garantirne lo sviluppo.

CREDIT AGRICOLE: BANCA LEONARDO DIVENTA FRANCESE
Crédit Agricole acquisisce il 68% di Banca Leonardo, specializzata in wealth management. Leonardo, al 31 dicembre 2016 contava 260 dipendenti, ha registrato lo scorso anno ricavi netti per 42 milioni di euro con un utile di 6 milioni, ha raccolto 7,809 miliardi di euro registrando un Cet 1 ratio del 25%. Alla fine dello scorso anno il patrimonio netto si attestava a 197 milioni di euro. Il portafoglio di Banca Leonardo comprende per lo più clienti di tipo high net worth. L’operazione è soggetta all’approvazione da parte delle autorità antitrust italiane.

ACCORDO 4AIMSICAF E BANCA MEDIOLANUM
Accordo tra 4Aim Sicaf , la prima focalizzata su investimenti in società quotate e quotande su Aim Italia, e Banca Mediolanum in materia di Corporate Advisory. La convenzione riguarda l’advisory e/o il collocamento in operazioni di equity capital markets, l’advisory e/o il collocamento in operazioni di debt capital markets e l’advisory su operazioni di m&a e altre attività di finanza straordinaria.

PARADISE PAPERS
Si chiama «Paradise Papers» la nuova inchiesta del Consorzio internazionale di giornalismo investigativo: 120 i nomi famosi coinvolti. I segreti scabrosi dei potenti del mondo provengono da un’analisi dettagliata di 13,4 milioni che proviene da due società specializzate in servizi offshore e dai registri societari di 19 paradisi fiscali: Appleby, uno dei principali studi legali, con sede nelle Bermuda e filiali in nove paradisi fiscali, che si occupa di società off-shore, e Asiaciti Trust, trust e corporate service provider con quartier generale a Singapore e sedi in sette paradisi come Isole Cook, Hong Kong, Panama e Samoa. Il materiale è stato ottenuto dal quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung e condiviso dal consorzio internazionale dei giornalisti investigativi con partner tra cui Il Guardian, la Bbc e il New York Times. Le più grandi aziende del mondo, capi di stato, reali e personalità mondiali della politica, dello spettacolo, del cinema e dello sport risultano coinvolte nell’occultamento delle loro ricchezza in fondi d’investimento, trust e conti segreti. Tutti con una cosa in comune: hanno nascosto parte delle loro ricchezze nei paradisi fiscali, approfittando di scatole cinesi e del segreto bancario e delle scappatoie della legge per evitare di pagare le imposte. Anche investitori/operatori italiani sono coinvolti.

BROADCOMM : VUOLE DIVENTARE IL TERZO PRODUTTORE DI CHIP
Broadcom ha offerto 130 miliardi di dollari per Qualcomm, il produttore di chip con sede ad Irvine, California, a sua volta recentemente acquistata dall’azienda di Singapore Avago Technologies per 37 miliardi di dollari. L’operazione rappresenterebbe un record per le acquisizioni nel settore ICT e creerebbe il terzo produttore di chip al mondo, dopo Samsung e Intel. Proprio per la rilevanza dei soggetti interessati e per la grandezza del nuovo soggetto che si verrà a creare sul mercato dei semiconduttori, saranno le autorità antitrust ad avere l’ultima parola sull’operazione. La nuova entità Boardcom/Qualcomm raggrupperebbe in sé un vasto portafoglio brevettuale su chip e tecnologia wireless.

RENAULT : LO STATO CEDE AZIONI AL COSTRUTTORE
Lo Stato francese vende a Renault il 4,73% di quote Renault – Nissan acquistate nella primavera del 2015, mantenendo il suo 15,01%, rimanendo il primo azionista, perché la controllata transalpina della casa giapponese Nissan detiene il 15%. L’operazione frutterà all’erario 1,2 miliardi di euro, che verranno destinate al sostegno dell’ambizioso fondo per l’innovazione. Il 10% dei 14 milioni di azioni cedute dallo Stato con un collocamento presso i soli investitori istituzionali è stato acquistato dalla stessa Renault “nella prospettiva di realizzare un’offerta riservata ai dipendenti ed ex dipendenti, per permettere loro di partecipare alle performance del gruppo”.

AUTO D’EPOCA : INTERESSE SEMPRE MOLTO ALTO
Si assiste a una leggera riduzione delle quotazioni dopo un’impennata dei prezzi che ha fatto schizzare le marche più prestigiose e i pezzi più pregiati, tuttavia l’interesse resta forte.

TRUMP E IL RIMPATRIO FORZATO DEI CAPITALI : STIMOLI ALLE MULTINAZIONALI
Rimpatrio forzato di tutte le attività estere delle multinazionali, un’imposta straordinaria una tantum per il rimpatrio degli utili accumulati oltreconfine dalle multinazionali americane. L’aliquota sarà pari al 12% per gli asset liquidi e al 5% per quelli illiquidi. Dopodichè, grazie anche alla riduzione al 20% della corporate tax le aziende non dovrebbero più avere convenienza a mantenere i profitti oltreconfine. Una volta regolarizzate queste somme potranno essere utiilzzate per investimentiLe multinazionali, i cui capitali rimpatriati verranno tassati al 12%, non avranno potere di scelta e saranno costrette a riportare in patria tutte le attività estere.

SPRINT DEL FISCO SULLE CARTIERE: PIU’ FACILE INDIVIDUARLE
Il fisco prova a brucare i tempi. Attraverso l’obbligo della fatturazione generalizzato a partire dal 1 gennaio 2019, il tempo medio che l’Amministrazione Finanziaria impiegherà per scoprire una società cartiera e bloccarne la connessa frode IVA, dovrebbe ridursi a 3 mesi dagli attuali 18, ottenendo così un maggior gettito per l’erario. Le frodi IVA, realizzate tramite società fittizie, è da sempre un tallone d’Achille nella lotta all’evasione: queste società hanno vita breve e vengono costituite per gestire un limitato numero di operazioni illecite, raggiunto l’obiettivo, scompaiono velocemente rendendo difficoltosa l’individuazione degli effettivi responsabili.

BANCHE E ASSICURAZIONI : NOVITA’IN CORSO

Assicurazioni
E’ una battaglia di sopravvivenza quella che si gioca sul terreno dell’innovazione, perché tra le compagnie assicurative vi è la consapevolezza diffusa del fatto che, senza una svolta digitale, non sarà facile tenere botta da una parte al calo dei margini che sta interessando il settore e dall’altro alla crescente concorrenza che arriva da player provenienti da altri comparti. Nel 2016, in Italia la raccolta premi lorda è diminuita dell’8,7%, a 134 miliardi di euro, soprattutto per le difficoltà nel ramo vita, comparto che deve fare i conti con la concorrenza pressante degli istituti di credito (a loro volta alla ricerca di nuovi filoni di business per reagire al calo di entrate dalle attività core) e inevitabilmente esposto alla volatilità dei mercati finanziari. La ricetta sembra chiara: le compagnie devono imparare ad “ascoltare i consumatori per costruire con loro un rapporto più diretto e significativo, essere capaci di mettere a punto offerte personalizzate, un obiettivo perseguibile accelerando nella svolta digitale, che riguarda i dispositivi e gli strumenti per la comunicazione con la clientela, ma anche l’organizzazione interna e i processi di governance. Gli investimenti in hi-tech da parte delle assicurazioni sono più che raddoppiati dal 2014 a oggi, passando da 870 milioni di euro del 2014 a 1,7 miliardi nel 2016, sempre più interessate per l’open innovation, cioè all’apertura a nuovi stimoli e idee di business provenienti dall’esterno.

Banche
L’ accordo tra Cattolica e Banco Bpm ha riacceso i riflettori sul risiko banche- assicurazioni. La torta degli accordi di bancassurance è ricca, vale già ora oltre 60 miliardi all’anno e le previsioni sono per una decisa crescita. I bassi tassi di interesse attuali spingono le banche ad andare a caccia di commissioni; dal canto loro le assicurazioni sono alla ricerca di soluzioni sempre più “finanziarie”, fuori dalla trappola della polizza tradizionale di ramo primo, che assorbe molto più capitale e offre rendimenti risibili (quando li offre) ai sottoscrittori, polizze che per affinità elettive rientrano più nella logica dello sportello bancario che dell’agenzia assicurativa. Dal punto di vista del funzionamento, è la banca che mena le danze: se l’istituto di credito va bene, vanno bene anche gli accordi di bancassurance (vedi le banche venete, MPS ecc.).