BREXIT E CATALOGNA
La City di Londra potrebbe perdere 10mila banchieri e 20mila lavoratori del settore finanziario a causa dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Il referendum sull’indipendenza della Catalogna ha spinto in soli due giorni le principali banche e almeno 7 grandi aziende a spostare la sede legale fuori da Barcellona e dintorni. Londra è sempre stato l’hub finanziario europeo e rischia di perdere la sua tradizionale centralità. La Catalogna è sempre stata la parte più avanzata dal punto di vista industriale della Spagna e rischia altrettanti contraccolpi economici anche se ad uscire sono solo le sedi legali e non i lavoratori di banche e imprese.
Contemporaneamente altre capitali crescono attirando la “crema”: prima fra tutte Francoforte, che incasserà almeno 3mila banchieri in uscita da Londra (ma il numero potrebbe salire fino a 10mila), poi Dublino (altre meta preferita delle banche post Brexit) e a ruota altre capitali europee come Parigi e Amsterdam. Queste città stanno già vivendo un boom immobiliare senza precedenti, proprio in attesa del flusso “migratorio” di banchieri e di lavoratori ad alto reddito.
Da Londra le banche e le attività finanziarie devono uscire perché quando la Gran Bretagna sarà fuori dall’Unione perderanno il cosiddetto «passaporto finanziario» europeo. Dalla Catalogna le banche scappano perché temono, nell’improbabile eventualità che la secessione avvenga davvero, di trovarsi fuori dall’euro e senza gli aiuti della Bce.

I TITOLI CHE SUPERANO IL TEST BUFFETT
Nella sede di Omaha della Berkshire Hathaway lavorano solo 25 dipendenti, eppure la società vanta un “centro di ricerca” fra i più efficienti, perché l’investimento, strategico e non solo finanziario, è frutto di uno screening accurato.
Semplificando all’osso la strategia di Buffett, i tre dati da prendere in considerazione: un price/earning (rapporto prezzo/utile), non superiore a 15 volte, un price/book value (rapporto prezzo/patrimonio netto), non superiore a 1,5 volte e un prodotto dei due numeri precedenti, non superiore a 22,5.
Ma quante sono le società del Ftse/Mib che possono vantare multipli simili? In realtà solo 13 e prevalentemente finanziarie, come Assicurazioni Generali, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Unicredit e Unipol Sai; industriali, come Telecom Italia, Fca, Enel e Poste Italiane. Le altre risultano essere sopravvalutate. La strategia di Berkshire Hathaway, in caso di partecipazioni di minoranza, è quella di puntare su società che abbiano buone performance, business riconoscibili e un management su cui puntare.

LO ZUCCHERO E LE QUOTE UE
Probabilmente pochi se ne sono accorti. Da qualche giorno in Europa non esistono più le quote di produzione dello zucchero. Dopo quello del latte, è caduto così un regime di mercato costruito per contingentare le produzioni e quindi controllare i prezzi. L’Ue va davvero verso mercati sempre più liberi, dopo anni di regole spesso soffocanti. La scelta di porre fine a questo meccanismo di controllo della produzione è stata assunta nel 2013, anche con una corposa iniezione di fondi pari a 5,4 miliardi di euro.
Riforma e ristrutturazione, dunque, che comunque hanno mantenuto l’Europa come primo produttore al mondo di zucchero di barbabietola e che non hanno lasciato questo prodotto totalmente privo di protezioni. Oltre ad una dazio all’importazione e a meccanismi di intervento sui mercati, il comparto è dotato di un sostegno al reddito per gli agricoltori erogato come pagamento diretto.
BANCA PATRIMONI E SCHRODERS : UN CONFERIMENTO DI ASSETT
Banca Patrimoni Sella & C. e Schroders rafforzano le proprie attività nel Wealth Management in Italia, avviando una partnership strategica.
L’accordo prevede il conferimento in Banca Patrimoni Sella & C. del ramo del Wealth Management di Schroders in Italia in cambio di una partecipazione azionaria nella medesima Banca. L’operazione consentirà a entrambi di partecipare a un mercato in fase di consolidamento. A seguito dell’operazione, gli asset di Banca Patrimoni Sella & C. si attesteranno a 12 miliardi di euro.

ALITALIA E RYANAIR : UN CONFRONTO SEPPURE UNITE DALLE DIFFICOLTA’
Alitalia e Ryanair sono compagnie aeree molto diverse, ma entrambe sono alle prese con problemi di ristrutturazione. Così mentre Alitalia chiedeva la proroga della cassa integrazione straordinaria al 30 Aprile 2018, il fondatore e ad di Ryanair, Michael O’Leary, inviava una lettera di scuse ai suoi piloti, promettendo aumenti di stipendio. I problemi sono inversi: Alitalia, in attesa del cavaliere bianco, deve tagliare i costi mentre la compagnia low cost deve aprire il borsellino per frenare la fuga dei piloti, ora meno pagati dei colleghi di molte concorrenti. Intanto lascia la compagnia il capo delle operazioni.

PASSAGGIO GENERAZIONALE . REALTA’ DI UN CAMPIONE DI PMI
In Italia, circa il 70% delle imprese con un fatturato compreso tra 20 e 50 milioni di euro è a matrice familiare (59% le aziende con fatturato oltre i 50 milioni). Di queste il 25% è guidato da un leader di età superiore ai 70 anni e il 18% (1 su cinque) sarà costretta ad affrontare il cambio generazionale nei prossimi cinque anni: questo quanto emerge dall’osservatorio AUB promosso da AIDaf (Associazione italiana delle aziende familiari). Lo studio del Centro di Ricerca sulle imprese di famiglia, invece, ha analizzato un campione di PMI, con fatturato tra 15 e 150 milioni, che ha affrontato il passaggio generazionale: su 34 effettuati il 71% ha avuto successo,, il 12% ha avuto esito negativo e il 17% è ancora in atto.

REDDITOMETRO IL PRELIMINARE NON BASTA : SECONDO LA CASSAZIONE
Secondo la Cassazione, Il contratto preliminare di acquisto di immobile non è di per sé sufficiente a dimostrare l’incremento patrimoniale valido ai fini di un accertamento: occorre infatti la concreta erogazione del corrispettivo concordato, affinché sia dimostrata una capacità economica divergente con i redditi dichiarati.

ANTIRICICLAGGIO : IL PARERE DELLE SEZIONI UNITE
Secondo le Sezioni Uniti civili della Cassazione, la società paga la sanzione antiriciclaggio, anche se l’obbligazione a carico del legale rappresentante, che è l’autore della violazione, si è estinta per mancata tempestiva notifica.

ROSSOPOMODORO : UN RIASSETTO AZIONARIO
Il gruppo Rosso Pomodoro procede verso il riassetto degli azionisti. Azionista di riferimento del gruppo, che possiede il 70% è attualmente il fondo di private equity Change Capital, che nel 2011 ha preso il controllo grazie alla quota ceduta da Quadrivio Sgr, per una cinquantina di milioni di euro. Oggi il gruppo, nato ventotto anni fa a Napoli, conta circa 150 locali sparsi in Italia e all’estero: soprattutto a Londra e New York. L’ingresso di Change Capital è servito in questi anni ad accrescere il numero di ristoranti e punti vendita take-away in Italia e ad accelerare l’espansione all’estero, con un fatturato che ha raggiunto oltre i 60 milioni di euro.

VIVENDI-MEDIASET. TRATTATIVE IN CORSO
Trattative al via tra Mediaset e Vivendi, nel tentativo di porre fine alla lite che contrappone i due gruppi dall’estate dello scorso anno, quando è stato disatteso il contratto per il passaggio della pay-tv Premium, sotto le insegne francesi. Per la prima volta sono coinvolte direttamente le strutture aziendali. Ci sono stati già incontri tra i due fronti, per ora ancora in una fase iniziale. Sul tavolo la joint Canal Plus-Tim che potrebbe allargarsi a Mediaset e la discesa di Vivendi nel capitale di quest’ultima, per lo meno entro il tetto del 10%. Se si riuscirà a trovare la quadra, il “trattato di pace” dovrà però ottenere anche la benedizione dell’Agcom. Il negoziato si dovrà concludere entro l’anno.